Home » News da Way2Global » News » Best practice 2023: il meglio della rendicontazione non finanziaria
6 Febbraio 2024
Categoria: News
Si è svolta anche quest’anno la Conferenza sulle best practice italiane di informazione non finanziaria, evento organizzato da Fondazione O.I.B.R. in collaborazione con Assobenefit, Mercurio GP e FERPI in relazione agli Oscar di Bilancio 2023.
Due gli intenti della conferenza: mettere in evidenza le buone prassi di rendicontazione non finanziaria messe a terra dalle aziende vincitrici o finaliste agli Oscar di Bilancio 2023, e diffonderle affinché vengano adottate da quante più aziende possibili trasformando lo stesso mercato in motore di sviluppo sostenibile.
In un momento storico mai stato così dinamico in termini di evoluzione del quadro normativo dell’Unione Europea, con le nuove Direttive CSRD e CSDD che trasformano da volontaria a cogente l’adesione delle imprese ai criteri ESG, è ormai chiaro che gli sforzi politici di Governi e istituzioni non sono più sufficienti per spingere la doppia transizione ecologica e digitale. Sono le imprese, tessuto connettivo dell’economia, che devono trasformarsi in attori di cambiamento integrando le istanze di innovabilità (innovazione in chiave sostenibile) nei propri piani di sviluppo strategico per dare impulso alla sostenibilità.
La conferenza è stata per noi di Way2Global un appuntamento imperdibile, sia per condividere la metodologia alla base del nostro Report di Sostenibilità 2022, finalista nella categoria Società Benefit, sia per farci ispirare dalle buone prassi adottate dalle altre aziende. Riportiamo quindi di seguito alcuni punti salienti che ne sono emersi.
Durante la conferenza sono stati esaminati i punti di forza di tre diverse forme di rendicontazione non finanziaria: la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF), il Reporting Integrato e la Relazione annuale d’impatto delle Società Benefit. Nonostante le differenze sostanziali che segnano un discrimine tra queste tre tipologie di documenti, le best practice individuate definiscono il fattore comune che ne giustifica una trattazione congiunta.
Tra gli aspetti positivi evidenziati in ordine al contenuto della reportistica, sono tre le buone prassi che occupano uno spazio di rilievo: attenzione verso gli stakeholder, sforzo analitico di quantificazione degli intangibili, e stretta integrazione tra materialità, obiettivi e strategia aziendale.
La prima best practice, particolarmente apprezzata da tutti gli esperti, è la grande attenzione verso gli stakeholder. Nei documenti di rendicontazione esaminati si evince un crescente e costante impegno nel coinvolgere gli stakeholder nelle decisioni e nelle attività aziendali. Strumenti e canali per adempiere a questo task differiscono da un’azienda all’altra: survey, focus group, eventi, riunioni e assemblee… Ma l’intento resta lo stesso: ascoltare la voce dei vari gruppi di stakeholder e includerla nelle scelte strategiche dell’azienda.
La seconda best practice riguarda lo sforzo di quantificazione messo in campo dalle aziende per misurare anche i cosiddetti “intangibili”, ossia gli asset afferenti ad esempio al capitale intellettuale o al capitale sociale. Chi si occupa di rendicontazione non finanziaria sa che misurare è l’imperativo cui nessuno può sottrarsi. Come è stato ricordato durante i lavori della conferenza, misurare vuol dire migliorare, perciò per riuscire a migliorare tutti gli aspetti costitutivi della sostenibilità, occorre ingegnarsi, sforzarsi con determinazione e creatività per individuare i KPI più adatti, e quindi misurarli con continuità e tenerli monitorati nel tempo.
La terza e ultima best practice presa in esame riguarda la forte connessione tra matrice di materialità, obiettivi e strategia aziendale. Chi redige la rendicontazione non finanziaria sa bene quanto l’aspetto economico sia inscindibile da quello sociale, ambientale e di governance. Il modo migliore per condurre un business che possa dirsi a tutti gli effetti sostenibile è partire dall’analisi congiunta di tutti questi elementi, per poi delineare gli obiettivi da raggiungere e la strategia da mettere in atto. Focus di questa metodologia è l’analisi di materialità, ormai doppia, che consente all’azienda di individuare i propri temi rilevanti sia dal punto di vista dell’impatto sia in ottica finanziaria, per scattare un’istantanea di impatti, rischi e opportunità cui si trova esposta, che tenga conto anche della visione degli stakeholder.
Tutti i report premiati dagli Oscar di Bilancio 2023 si sono distinti per questi aspetti. Dalla lettura dei documenti di rendicontazione non finanziaria si è percepito il vivo interesse verso gli stakeholder, la volontà di essere il più precisi possibili nella misurazione di tutti i capitali, e lo sforzo di dare continuità all’intero processo connettendo in modo organico l’analisi del passato con la progettazione strategica del futuro.
Agli aspetti contenutistici fanno da contraltare le best practice inerenti la forma della reportistica, che rappresenta un aspetto cruciale tanto quanto il contenuto. Poiché non tutti gli stakeholder che costituiscono gli interlocutori di questo documento possiedono lo stesso livello di competenza in materia di rendicontazione non finanziaria, occorre assicurarsi che un documento così rappresentativo dell’azienda come può essere la DNF, il Report Integrato o la Relazione d’impatto risulti comprensibile a tutti.
Per rendere i documenti più agevoli da consultare, le aziende premiate agli Oscar di Bilancio 2023 hanno adottato diverse strategie che mettono in luce le seguenti best practice.
Innanzi tutto, è fondamentale esprimere e rendere riconoscibile l’identità e l’unicità dell’azienda. Vision, Mission, valori, storia, colori del brand… È dalle prime pagine, se non addirittura dalla copertina del documento di rendicontazione che deve delinearsi il vero e proprio identikit aziendale, il look & feel, il tratto distintivo che faccia intendere con immediatezza con quale impresa si ha a che fare.
Il secondo elemento preso in esame è la lettera agli stakeholder. Le best practice consigliate per ottimizzarne la resa sono principalmente due: impiego di immagini empatiche delle figure apicali dell’azienda e firme autografe, a indicare il desiderio di “metterci la faccia”. Il Dott. Davide Marinini, Direttore Generale di Mercurio GP e membro del Comitato Scientifico di Fondazione O.I.B.R., ha sottolineato più volte quanto sia importante rispettare questi requisiti per riuscire a conferire autenticità e genuinità al documento.
Altra best practice, correlata alle precedenti, è l’utilizzo di immagini reali: foto dei dipendenti, scatti delle attività di welfare, e immagini relative al prodotto/servizio offerto sono gli elementi che fanno la differenza e confermano la trasparenza dell’azienda agli occhi degli stakeholder. <<Less is more>> ricorda il Dott. Marinini. Se non si dispone di immagini reali, anziché ripiegare su database, archivi o immagini di repertorio, per mostrare l’azienda è meglio adottare soluzioni diverse, ad esempio ricorrere all’impiego di infografiche.
Infine sono state evidenziate le best practice che agevolano la consultazione del documento di rendicontazione e l’eventuale approfondimento da parte degli stakeholder. Guide alla lettura, navigatori, separatori parlanti, link ipertestuali e QR code sono solo alcuni degli strumenti che le aziende hanno a disposizione per attrarre gli stakeholder, invitarli a frequentare il documento e renderne avvincente la lettura.
Trovare il giusto equilibrio tra forma e contenuto nella stesura della reportistica di sostenibilità non è semplice, ma le aziende vincitrici e finaliste agli Oscar di Bilancio 2023 hanno mostrato di avere tutte le carte in regola per riuscire nell’impresa.
Le migliori prassi applicate per curare forma e contenuti della reportistica ESG sono dunque molte e di natura quanto mai variegata. C’è però un’ultima considerazione in ordine alla pratica della rendicontazione di sostenibilità che ci piace condividere, così come magistralmente dichiarato dal Dott. Silvio de Girolamo, Sustainability & ESG Advisor and Consulting, con le seguenti parole:
“Oggi non c’è più una discriminante tra grandi e piccole aziende, l’unica discriminante attuale è tra chi ci crede davvero nella rendicontazione non finanziaria, quindi la applica e la comunica in maniera efficace, e chi invece lo fa solo per motivi di compliance.”
Le aziende vincitrici e finaliste agli Oscar di Bilancio 2023 hanno voluto spingersi a titolo volontaristico ben oltre gli obblighi di legge, misurandosi con attività sfidanti e pionieristiche come l’applicazione della doppia materialità, che precorre i requisiti della Direttiva CSRD, la comparabilità di metriche e strumenti di valutazione plurimi, o ancora la stesura di un report più complesso e articolato rispetto alla cogenza.
Perché anche noi ci siamo spinti così oltre? Perché ci crediamo.
Crediamo nella sostenibilità e nelle sue potenzialità salvifiche. Nella nostra visione del mondo, la rendicontazione ESG, lungi dall’essere un ostacolo che rallenta, è vissuta come un’opportunità, come una lente per analizzare la complessità del business condotto con approccio olistico e integrato, e avvicinarci sempre più a una condizione di matura sostenibilità.
In Way2Global siamo nati sul concetto di sostenibilità: abbiamo scelto di rifondare la nostra attività come Società Benefit, e da allora siamo impegnati ad applicarla, diffonderla, rendicontarla e tradurla. Da più di 30 anni aiutiamo le aziende di ogni settore e dimensione a tradurre la documentazione finanziaria e la reportistica di sostenibilità e a valorizzarla nelle lingue e nei mercati di riferimento.
Noi stessi siamo orgogliosi early-adopter della reportistica ESG che diventa leva di evangelizzazione della sostenibilità: come Società Benefit nativa redigiamo da sempre la nostra Relazione d’impatto con cadenza annuale, e da tre anni abbiamo deciso di scalarla in un vero e proprio Report Integrato conforme al framework <IR> di IIRC. Convinti fautori del learning by doing, con tanta formazione e determinazione abbiamo voluto sviluppare un’estensiva knowledge base interna che sperimentiamo in primo luogo sulla nostra stessa realtà, fino a specializzarci nella traduzione delle diverse tipologie di rendicontazione non finanziaria che oggi diventano mainstream.
La passione verso il nostro lavoro e l’impegno fondativo verso la sostenibilità lascia intendere perché siamo così orgogliosi di avere tradotto, tra gli altri, il Bilancio di Sostenibilità di Chiesi, vincitrice agli Oscar di Bilancio 2023 per la categoria “Società Benefit”, oltre a una buona percentuale dei report ogni anno finalisti di questo importante riconoscimento.
Tradurre la sostenibilità è il nostro Purpose, cui ci dedichiamo ogni giorno con passione, professionalità e convinzione perché coniuga le nostre due anime: quella di agenzia di traduzioni professionale e quella di Società Benefit, fervente paladina della sostenibilità. E sentiamo nel nostro lavoro quotidiano tutta la responsabilità di un’era in cui, con le parole di Stefano Zambon, Segretario Generale di O.I.B.R., “Più che una transizione, stiamo vivendo una vera e propria trasformazione, che poggia sulle gambe dell’informazione.”
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