23 Aprile 2019

Vi presentiamo la Language Industry 4.0

Categoria: News

Per la terza edizione di #STEMintheCity, Way2Global e la Civica Scuola Altiero Spinelli hanno organizzato una conferenza sulla Language Industry 4.0 – tra rivoluzione digitale, reti neurali e traduttori aumentati.

#STEMintheCity è l’iniziativa promossa dal Comune di Milano per diffondere la cultura delle “STEM” (Science, Technology, Engineering, Maths), ovvero le materie tecnico-scientifiche. Un mese di incontri, seminari, corsi di formazione, installazioni, spettacoli ed eventi per sfatare gli stereotipi culturali che allontanano le ragazze dai percorsi di studio nelle materie tecnico-scientifiche, ridurre il divario di genere nelle carriere e nelle professioni STEM, e incoraggiare la diffusione del digitale.

Un habitat perfetto per Way2Global, sia per il suo dna di azienda women-owned a netta prevalenza femminile, sia per il suo settore di appartenenza, la Language Industry, costituito per l’80% da IT, terreno germinale di innovazione e tecnologia. Tanto che oggi si parla di Language Industry 4.0 per indicare il nostro comparto in cui digitalizzazione e informatizzazione sono indubbi protagonisti in continua, esponenziale evoluzione.

In questo scenario Way2Global è in prima linea per promuovere l’evoluzione tecnologica, e attuarla con lo sviluppo di nuove soluzioni che contribuiscano a rendere la traduzione sempre più efficiente, rapida e precisa, mantenendo però al centro il traduttore che deve restare titolare del controllo del processo e degli strumenti di lavoro.

All’insegna di questa filosofia, Way2Global ha organizzato una tavola rotonda in collaborazione con la Civica Scuola per Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli, incentrata sulle “nuove tecnologie per il settore linguistico”, per capire quale sia l’impatto presente e futuro del digitale e dell’AI sugli operatori del settore, a partire dai suoi protagonisti: i Traduttori.

Al tavolo per rispondere alle domande della moderatrice Laura Gori, Fondatrice e CEO di Way2Global, sulla traduzione automatica, la sua evoluzione e le sue conseguenze sulla Language Industry, gli illustri relatori: i due docenti dell’Altiero Spinelli Hellmut Riediger e Gabriele Galati, autentici “guru” della machine translation attualmente protagonisti di un roadshow presso le principali Università italiane ed europee, assieme a Claudio Negri, nostro Marketing & Innovation Manager.

Davvero l’AI è destinata a sostituire l’umano? Premesso che l’ipotesi della “Singolarità”, ovvero la supposta capacità delle macchine e del progresso tecnologico di arrivare un giorno a superare l’umano, non è un concetto nuovo, ma risale al secolo scorso (Riediger), si è ragionato su quanto sia verosimile il rischio che le macchine possano presto rimpiazzare l’essere umano in svariate mansioni. “Il 60% delle professioni è per il 30% già sostituibile dall’AI” e “secondo l’oracolo delle professioni (https://willrobotstakemyjob.com/)il rischio che i traduttori e gli interpreti possano essere a breve sostituiti dalle macchine è valorizzato oggi al 38%” (Galati).

Come hanno spiegato i due docenti, l’AI e la Machine Translation, con l’avvento delle reti neurali, hanno fatto passi da gigante. Le traduzioni sono sempre più fluide e adeguate a livello di frase, oltre che in continuo miglioramento, data la capacità intrinseca delle reti neurali di apprendere e auto-migliorarsi.

Ne derivano traduzioni che, seppur imperfette, sembrano rispondere mirabilmente ai contesti in cui la traduzione è percepita come un utility, come una pura funzionalità che viene data per scontata. La tecnologia sembra contribuire a diffondere in questi casi una cultura del “good enough” in sostituzione di una traduzione perfetta, dove la velocità conta più della qualità “perché l’importante è che si capisca il succo” (Riediger).

Nello scenario tratteggiato, il traduttore non sembra destinato a scomparire, ma sicuramente sarà costretto ad abbracciare il cambiamento e a evolversi, esprimendo il suo valore aggiunto in modo diverso rispetto al passato.

E’ qui che entra in gioco la figura del “traduttore aumentato”: un professionista che sappia sfruttare la nuova tecnologia come una sua “estensione”, come uno strumento di amplificazione dell’inimitabile talento e delle capacità  umane.

E che sappia anche affinare rapidamente le nuove skill richieste a livello operativo, come nel caso del post-editing, ovvero il controllo e la revisione dell’output dei motori di traduzione automatica.

Ma come agevolare questa rivoluzione nel concreto? Way2Global, in qualità di società di traduzioni interposta tra cliente e traduttore, ha deciso di mettere a disposizione tutto il suo know-how in ottica di Technology Transfer. Come illustrato da Claudio Negri e Laura Gori, la volontà di Way2Global nella sua veste di Società Benefit è quella di reinterpretare la tecnologia in chiave umanistica, lasciando il Traduttore al centro come protagonista.

“Le società di traduzione che possono permettersi di investire in R&S e in nuove tecnologie devono dare la possibilità ai traduttori di toccare e testare queste novità, devono fungere da fattore abilitante, metterle a disposizione dei professionisti affinché le possano assorbire e cominciare a usare con semplicità e in autonomia. Solo così il traduttore, lungi dal sentirsi sopraffatto, può mantenere il controllo e la titolarità del progresso tecnologico, che diventa un’estensione delle capacità umane.”

“La traduzione deve rimanere appannaggio dei traduttori. La tecnologia può supportare, velocizzare, incrementare… Ma sarà sempre il traduttore ad avere in mano la situazione.” (Claudio Negri). 

 

#STEMintheCity: Way2Global e l'Altiero Spinelli presentano la Language Industry 4.0

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