28 Giugno 2022

Le regole per un buon sottotitolo

Categoria: News da Way2Global

La diffusione dei contenuti multimediali nelle strategie di marketing ha fatto scoprire a molte aziende quanto sia cruciale l’osservazione di alcune regole per ottenere un buon sottotitolo.

È un’esigenza che si evidenzia nel momento in cui si punta a diffondere il proprio brand in altri Paesi sfruttando i contenuti già presenti nella lingua originale. L’opzione spesso scelta per contenere i costi è affidarsi totalmente alla traduzione automatica, eppure questa decisione potrebbe compromettere l’esito della campagna e ripercuotersi negativamente sulla brand awareness.

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Le traduzioni generate in modalità automatica senza l’intervento di un professionista del settore presentano ancora molte inesattezze dal punto di vista linguistico e tecnico, il che genera incomprensione e, peggio ancora, allontana il target invece di attrarlo, perdendo così potenziali clienti.

Un sottotitolaggio corretto richiede l’intervento di un traduttore specializzato in questo tipo di servizio. Tradurre un contenuto multimediale infatti richiede il rispetto di alcune regole che hanno a che fare con le principali caratteristiche del sottotitolo, cioè:

  • lunghezza;
  • sintesi;
  • sincronia;
  • colore;
  • posizione;

L’osservanza di queste regole incide fortemente sulla qualità del prodotto finale. Vediamo insieme quali sono.

Lunghezza, sintesi e sincronia

La prima regola per avere un buon sottotitolo riguarda la lunghezza. La frase dev’essere lunga massimo due righe, non di più. Espressioni prolisse richiedono maggiore spazio di visualizzazione, il che comporterebbe una sovrapposizione con le immagini oppure un ridimensionamento del carattere. Entrambe le circostanze sono da evitare in quanto ostacolerebbero la corretta fruizione del contenuto. Le frasi, dunque, devono essere concise, il che porta alla seconda regola legata alla sintesi.

I limiti spazio-temporali non consentono di trascrivere tutto il verbale che viene pronunciato, dunque occorre elaborare una sintesi. In questo caso si può seguire la regola delle 5W, ovvero fornire solo le informazioni essenziali rispondendo alle domande tipiche del giornalismo: chi, cosa, quando, dove, come e perché.

Un buon sottotitolo è composto da un solo concetto, quello più rilevante, ragion per cui va escluso tutto ciò che risulta superfluo e non necessario alla comprensione del messaggio. Nello svolgere quest’attività occorre considerare anche un altro aspetto, cioè la tendenza di alcune lingue ad allungarsi nella traduzione rispetto all’originale. Ciò costituisce una vera e propria sfida, per riuscire a trovare delle espressioni linguistiche congruenti, comprensibili al pubblico e conformi ai limiti di lunghezza applicabili.

La terza regola per ottenere un buon sottotitolo riguarda la sincronia tra testo, suono e immagini. Le frasi devono accordarsi a tutti gli elementi che compongono la scena. Se si ode un boato, una risata o un altro effetto sonoro, lo si deve riprodurre nel momento esatto in cui avviene. E’ severamente vietato anticipare i tempi, altrimenti verrebbe meno l’effetto sorpresa che le sequenze vogliono suscitare. Per quanto riguarda il parlato, invece, il sottotitolo deve coincidere il più possibile con la scansione delle parole e adeguarsi al ritmo del soggetto parlante.

Se queste tre regole incidono soprattutto sui contenuti, diverso è il discorso per le tre successive, che hanno a che fare per lo più con la forma.

Colore, posizione e durata

Chi si occupa di marketing lo sa bene: anche la forma va curata in ogni particolare. Questo criterio vale anche per il sottotitolo.

Riprendiamo dunque il nostro elenco delle regole per aggiungerne una quarta relativa al colore. Un buon sottotitolo non cattura tutta l’attenzione su di sé, ma è di accompagnamento alle scene illustrate. Usare colori appariscenti non è la scelta più adeguata, meglio scrivere le frasi in bianco su sfondo nero. E’ ammessa un’unica eccezione a questa norma: si possono usare più colori solo se parlano più attori contemporaneamente, a patto di associare in modo univoco ciascun colore a ciascuno di essi.

Altro elemento cruciale è la posizione. Consuetudine vuole che il testo vada posizionato al centro nella parte inferiore dello schermo. Ci sono però delle eccezioni, ad esempio i dialoghi, che ammettono la giustificazione del testo a sinistra e a destra così da rendere più semplice capire chi pronuncia le parole trascritte. In aggiunta, occorre considerare l’eventuale presenza di altri elementi che potrebbero impedire il posizionamento centrale e rendere opportuno studiare una soluzione alternativa tenendo bene a mente che l’obiettivo finale è ottenere un video armonioso in tutte le sue parti.

Infine, l’ultima regola da rispettare riguarda la durata di visualizzazione. Un sottotitolo deve avere una durata compresa tra 1 e 8 secondi, il tempo stimato per leggere una frase. Anche a questo riguardo possono presentarsi delle eccezioni. Si è soliti allungare i tempi di comparsa delle frasi a video, ad esempio, se ci sono parole poco conosciute o articolate, serie di numeri e dialoghi. Il fine ultimo infatti è fare in modo che lo spettatore assapori ogni singola scena senza perdere il filo del discorso.

Se ci si affida solo alla traduzione automatica, si corre il rischio di violare le regole sopracitate e ottenere un video sottotitolato in modo non adeguato. Questo inconveniente ostacolerebbe la fruizione e la diffusione dei contenuti, con un’evidente ripercussione sull’immagine dell’azienda e sulle sue opportunità di business. Ecco perché si rende indispensabile l’intervento di un professionista se si desidera che il contenuto finale riesca a penetrare nuovi mercati e conquistare l’attenzione del pubblico di riferimento.

In Way2Global offriamo un servizio di sottotitolaggio che mira a valorizzare i contenuti dei nostri clienti offrendo qualità, velocità e sostenibilità. Per ogni commessa costituiamo un team ad hoc per garantire il massimo della qualità e dell’efficienza, in più ogni commessa mette in moto al nostro interno una catena di valore che genera benefici a tutti i nostri stakeholder. Ecco il motivo che induce tante aziende ad affidarsi ai nostri servizi.

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    Laura Gori è Founder e CEO di Way2Global, agenzia di traduzioni dall’anima Benefit, oltre che startup femminile. Dopo trent’anni alla guida di una piccola multinazionale della localizzazione, Laura ha deciso di ricominciare daccapo e di fondare Way2Global per fare impresa a beneficio della società e dell’ambiente, oltre che della crescita aziendale. Fervente paladina di Benefit Corporation e delle istanze di empowerment femminile, Laura coglie ogni occasione per diffondere consapevolezza su questi temi e contribuire all’affermazione di un’economia più giusta, egualitaria e sostenibile per tutti.
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